sabato 11 maggio 2013

Agenas: «Due miliardi in più di ticket valgono più dell’ Imu e mettono a rischio cittadini e Regioni»


Studio Agenas: Superticket e assistenza specialistica
I ticket nelle Regioni
 
Agenas: «Due miliardi in più di ticket valgono più dell’ Imu e mettono a rischio cittadini e Regioni»
                                                 9 maggio 2013
Il superticket da 10 euro sulla specialistica è "costato" alle Regioni una riduzione da 834 milioni sul fondo 2012, ma ha portato incassi di nemmeno la metà (poco meno di 400 milioni considerando anche le minori spese verso il  privato accreditato dalla cui tariffa è stato detratto l'incasso diretto delcopayment). E se l'effetto è quello che l'Agenas ha analizzato nello studio «Gli effetti della crisi economica e del superticket sull'assistenza specialistica» presentato questa mattina alla stampa, i due miliardi in più di ticket che dovrebbero scattare dal 2014 raddoppierebbero la spesa (oggi circa 150 euro l'anno a persona che si trasformerebbero in 300-350) per quel 25% dei cittadini non esenti che usufruiscono di queste prestazioni, con un onere complessivo medio per famiglia (oltre 700 euro circa per due persone) superiore a quello dell'Imu sulla prima casa e dell'aumento dell'Iva messi insieme, come ha spiegato Fulvio Moirano , direttore dell'Agenzia. A questo, sempre secondo lo studio Agenas , si aggiungerebbe un rischio per l'equità del sistema perché in molti eviterebbero -come già sta accadendo-le cure non potendole più pagare e le Regioni rischierebbero di aumentare i deficit perché ai costi fissi e incomprimibili delle strutture necessarie all'assistenza specialistica non farebbero più fronte le entrate da ticket. Anche per la fuga verso un privato low cost che non dà garanzie di qualità, ma risulta comunque più conveniente.
E al danno si rischia di unire anche la beffa: il Documento di economia e finanza 2013 - ha spiegato il presidente dell'Agenas Giovanni Bissoni-parla di minore entrate per lo Stato di 2 miliardi, legate allo stop che ai ticket ha dato la sentenza della Corte costituzionale 187/2012, ma il Def - che non parla di risorse aggiuntive a questo proposito - sottolinea anche una minore spesa 2012 rispetto alle previsioni di 2,7 miliardi. Come dire che i ticket potrebbero non servire. In realtà però si tratta di risparmi che abbassano il deficit (il finanziamento resta a quota 107 miliardi contro una spesa di 110,8 rispetto a una preventivata di 113,6) e non di maggiori risorse e una simile
previsione quindi manderebbe in tilt i bilanci di tutte le Regioni, anche quelle virtuose, rischiando di fare dei piani di rientro una abitudine comune a tutti.
Lo studio Agenas è stato realizzato dal Gruppo Remolet, formato da referenti regionali volontari che raccolgono e analizzano dati per un benchmarking sui temi rilevanti per il Ssn. I dati raccolti sono riferiti a 11 Regioni che hanno risposto alla richiesta  Agenas , che rappresentano, come ha spiegato uno degli autori, Cesare Cislaghi, l'80% della popolazione italiana.
Cislaghi ha spiegato che «il 50% degli italiani ha accesso, almeno una volta all'anno, ad una prestazione specialistica, ma che solo 15 milioni di italiani hanno pagato il ticket», per una media di 150 euro a testa. «Per il ticket - osserva Cislaghi - un quarto della popolazione italiana ha dunque pagato 150 euro a testa, per un totale di circa 2,2 miliardi di euro. Questo vuol dire che se tutti pagassimo 150 euro, avremmo 8 miliardi, ovvero il doppio dell'Imu», ha confermato dati alla mano.
 
http://www.quotidianosanita.it/allegati/allegato573939.pdf

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